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Lenticchie degli Alburni

Lenticchie degli Alburni: i legumi della prosperità

Il seme tondo e piccolo racchiude dentro di sé tutto il territorio a cui deve il suo sapore. La lenticchia è una pianta diffusa fin dai tempi antichi, facilmente coltivabile perché ben si adatta ai diversi tipi di suolo, anche se predilige il clima temperato.

La lenticchia ha trovato nel corso del tempo un suo ambiente di coltivazione anche ai piedi dei monti Alburni dove cresce con delle caratteristiche uniche: la combinazione di clima e terreno ha fatto sì che sviluppasse una buccia molto sottile che rende il prodotto più digeribile ma anche più veloce da preparare, perché non richiede ammollo prima della cottura, un vantaggio non da poco. E cuoce in circa 40 minuti.

La lenticchia degli Alburni si presenta con una forma molto piccola e delicata, con un colore che varia dal marroncino scuro a quello più chiaro, come le varietà della migliore qualità.

La semina viene eseguita di solito nel periodo autunnale, preparando bene il terreno per accogliere i semi. Il raccolto viene fatto in piena estate, in base all’andamento meteo, dopo aver verificato l’umidità del seme.

Le lenticchie, consumate di solito essiccate, si possono preparare in zuppe o minestre, valorizzate da olio extra vergine di oliva, ancor meglio se aggiunto crudo a fine cottura. Alimento ricco di proteine, amido, fibre e nutrienti validissimi per la salute, è da sempre alla base della Dieta Mediterranea, insieme a tutti gli altri legumi.

Lenticchie e tradizione

Nella tradizione popolare le lenticchie sono sinonimo di fortuna e prosperità. Non esiste tavola imbandita per celebrare il Capodanno che non proponga un piatto di lenticchie. Perché se ci sono le lenticchie ci si augura che arrivino anche tempi migliori. Probabilmente è stata la forma delle lenticchie, che richiama quella delle monetine, a dare un forte fondamento a questa credenza, che è ben radicata nella cultura popolare.

Le lenticchie vengono citate nella Bibbia: un caso esemplare è riportato nella Genesi, quando si racconta di Esaù che vendette al fratello gemello Giacobbe la sua primogenitura per un piatto di lenticchie.

Di lenticchie si parla anche nella mitologia latina, nella famosa vicenda di Amore e Psiche, quando la bellissima fanciulla venne sottoposta ad una serie di prove da parte di Venere, la dea dell’amore che non la sopportava. Sia perché Psiche usurpava, ma senza volerlo, il suo trono di bellezza, sia perché il figlio Amore se n’era innamorato. E prima di essere resa immortale dal padre degli dei e sposare Amore, Psiche dovette superare alcune prove per niente semplici, fra cui, la prima, dividere un mucchio di semi composto da ceci, fave, grano e anche lenticchie. Per fortuna, delle laboriose formiche si mossero in suo soccorso e Psiche riuscì a superare la prova.

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