L’ortofrutta e l’interminabile embargo russo: lettera aperta di Emilio Ferrara alla Ministra Bellanova.

Gentile Ministra Bellanova, è tempo di ribadirle l’appello che le ho già rivolto a Berlino lo scorso febbraio a Fruit Logistica, la prima e ultima fiera internazionale del 2020: le chiediamo di fare in modo di ottenere l’impegno del Governo affinché si attivi una trattativa concreta per risolvere le annose questioni tra l’Unione Europea e la Russia che impattano sul settore agroalimentare e in particolare sull’ortofrutta..

Il presidente russo Vladimir Putin ha appena esteso l’embargo per ulteriori dodici mesi.

La Russia, pertanto, continuerà a rimanere chiusa all’export di ortofrutta europea fino al 31 dicembre 2021.

Era il 7 agosto 2014 quando la Russia, come contromossa alle sanzioni decise dall’Unione Europea dopo l’annessione della Crimea e lo scoppio della guerra di Donbas, imponeva il divieto di importazione di prodotti agricoli e generi alimentari provenienti da Unione Europea, Stati Uniti, Norvegia, Canada e Australia. Da un giorno all’altro si sono chiuse le porte di un mercato attrattivo per l’agroalimentare Made in Italy, con conseguenze pesantissime sull’intera economia nazionale. Tra i comparti più colpiti, come noto, anche l’ortofrutta, che ha visto sfumare alcune centinaia di milioni di euro di fatturato (nel 2013 ICE ha tracciato valori di oltre 130 milioni in via diretta, ai quali bisogna aggiungere quelli che arrivavano in Russia passando per altri paesi).

 

L’ortofrutta in questi cinque anni e mezzo ha subito danni economici per mancate esportazioni in Russia di almeno 1,2 miliardi di euro.

 

L’agroalimentare italiano è infatti l’unico settore colpito direttamente dall’embargo che ha portato al completo azzeramento delle esportazioni dei prodotti presenti nella lista nera, dal Parmigiano Reggiano al Grana Padano, dal prosciutto di Parma a quello San Daniele, ma anche frutta e verdura, come le mele ed i carciofi entrambi prodotti particolarmente apprezzati dai cittadini russi.

 

Tra l’altro mentre l’Europa e l’Italia in particolare, continua a subire enormi danni dalla perdita di un mercato così strategico come quello russo, altri competitors extra UE non colpiti dall’embargo hanno guadagnato ampi spazi nell’export che sarà difficile recuperare una volta che il provvedimento anti-europeo verrà annullato.

Le perdite economiche causate dall’embargo sono state enormi, non certo per le imprese russe, quanto per quelle europee e, quindi, principalmente per quelle italiane.

 

Si tratta di un costo insostenibile per l’Italia e l’Unione Europea ed è per questo che è importante riprendere il dialogo, il settore agroalimentare (italiano) non può continuare ad essere merce di scambio nelle trattative internazionali senza alcuna considerazione del pesante impatto che ciò comporta sul piano economico, occupazionale e ambientale.

È evidente a tutti che le sanzioni economiche riguardanti gli scambi con la Russia imposte nel 2014 e prorogate fino ad oggi, sono totalmente inefficaci allo scopo per cui furono adottate e in questi cinque anni e mezzo hanno danneggiato esclusivamente l’UE ed in particolare l’Italia. Si tratta di un costo sempre più insostenibile per l’Italia e per le nostre esportazioni in un momento già drammatico a causa dell’emergenza coronavirus e la fine dell’embargo Russo è una delle misure indispensabili per rilanciare il nostro comparto agroalimentare.

A nome della Organizzazione Produttori che dirigo, e sono certo, dell’intero comparto ortofrutticolo italiano, chiedo ancora il Suo impegno affinché il governo intervenga tempestivamente e in maniera risolutiva sulla questione esposta.

Emilio Ferrara

Direttore della Organizzazione Produttori Terra Orti

Olio extravergine di Oliva “Le 5 province”

L’olio di oliva, alimento dalle origini antiche, è il fulcro della tradizione gastronomica mediterranea ricercata in tutto il mondo.

Apprezzato e utilizzato per la cura di sé già dagli Egizi, l’olio fu considerato dai Greci panacea per la salute e la sacralità. Attraversando secoli di storie e culture, l’olio di oliva è diventato il riferimento della buona alimentazione, consigliato nella dieta quotidiana soprattutto per l’alto contenuto di antiossidanti e altri nutrienti preziosi per la salute.

L’olio extra vergine di oliva è stato disciplinato da specifica normativa europea (Regolamento CEE n. 2568/91 e successivi aggiornamenti) che ha fissato gli standard qualitativi di base che l’olio di oliva deve avere per poter essere commercializzato con la dicitura “Olio Extra Vergine”. Tale norma definisce che l’olio extra vergine debba essere ottenuto per estrazione meccanica, e l’acidità, ossia la concentrazione di acidi grassi liberi, non deve mai superare lo 0,8%.

La linea olio extra vergine di oliva “Le 5 province” di Terra Orti, nasce con l’obiettivo di raccontare, attraverso la tradizione olivicola di ogni provincia campana, il gusto e i profumi degli oli della Campania Felix nella sua interezza. Ogni singolo prodotto è un blend di olio extra vergine campano unito ad olio estratto da varietà olivicola tipica del territorio di riferimento, e porta il nome del Santo Patrono della provincia campana alla quale afferisce. Il culto del Patrono soprattutto al Sud Italia, reca infatti con sé tradizioni e simbologie delle specifiche comunità che il Santo rappresenta. Le ritualità e la biodiversità più significative dei territori hanno da sempre al centro la cucina, della quale l’olio di oliva è parte integrante come alimento tipico della ruralità mediterranea.

Di seguito, vi presentiamo ogni bottiglia che racconta ogni singola provincia campana e le sue caratteristiche uniche, per ogni dettaglio ulteriore vai nella sezione Tipico.

 

 

Come si produce il pregiato olio extra vergine di oliva campano? Ecco il video girato presso uno dei nostri agricoltori,  in questo caso sono gli uliveti delle colline salernitane a produrre frutti e abbondanza. La Campania è ricca ovunque di meravigliosi uliveti.