Le eccellenze dei produttori Terra Orti in tour. Il granato di Paestum dopo l’autunno europeo, è il re della tavola di Capodanno.

Termina sulla tavola di Capodanno l’’autunno itinerante del Granato di Paestum, la seducente eccellenza mediterranea custode di unicità e simbolismi.

Il Granato di Paestum  dalla fine dell’estate 2022, fino all’inizio dell’inverno ha viaggiato, colorando tavole imbandite, prestandosi alle ricette più fantasiose, facendosi ammirare in ben due fiere internazionali, rendendosi il perno di importanti conferenze stampa, raccontando di terre antiche, e leggende mediterranee.

Il valore simbolico del melograno è noto da millenni, ed è particolarmente sentito in tutto il bacino mediterraneo. Sono tante le rappresentazioni artistiche che utilizzano il melograno per raccontare opulenza, fertilità, prosperità, bellezza.

Propiziatore di fortune racchiuse nelle preziose centinaia di chicchi rossi (detti anche arilli), è oggi scientificamente riconosciuto quale frutto dall’altissimo valore nutrizionale, ricco di antiossidanti naturali e vitamine utili per attivare il sistema immunitario e proteggere dai tumori.

Nelle case, nei fregi di templi e chiese come quello meraviglioso sul portale Barocco del duomo di Lecce, nei negozi, rappresentato in oggetti da regalare come portafortuna, nella tempera “Madonna della Melagrana” di Botticelli conservata negli Uffizi a Firenze; il melograno è magnifica e riconosciuta testimonianza di frutto rituale e simbolico.

Il Granato (dal nome scientifico punica granatum) di Paestum è un’antichissima varietà di melagrana che cresce nel Cilento fin dall’insediamento dei Greci avvenuto alle porte di quell’area nella seconda metà del VII secolo.

È il frutto di sacro pregio, ed endemico valore simbolico per quelle terre, come testimonia la venerazione della Madonna del Granatoraffigurata con uno scettro a forma di melograno e alla quale è dedicato un Santuario. Il culto della Dea Hera, protettrice delle unioni e della fertilità che nella sua rappresentazione iconografica a Paestum reca in mano il melograno, ha certamente contaminato nei secoli tradizioni e sentimenti delle popolazioni locali.

Il Granato di Paestum, ha fatto il suo viaggio stagionale, affascinando i visitatori dello Speciality Fine Food Fair di Londra a Settembre 2022, e del Fruit Attraction a Madrid a Ottobre 2022.

La storia del Granato di Paestum ha inoltre ammaliato anche giornalisti, influencers e food bloggers inglesi alle conferenze stampa di Londra, Edimburgo e Manchester oltre che alle Pos Promotion nel Regno Unito e a Zurigo. Eventi organizzati nell’ambito del Progetto I Love Fruit and veg from Europe con capofila l’Organizzazione Produttori Terra Orti che sta portando in Europa e non solo, anche molte eccellenze ortofrutticole delle terre antiche e fertili del Sele.

È arrivato Capodanno dunque, e per finire la sua stagione, il Granato di Paestum è destinato a decorare la tavola in attesa che scocchi l’ora di accogliere il 2023, ad arricchire ricette per il cenone, ad attivare il gioco dei riti per propiziare prosperità, magari insieme a uva e lenticchie, composti come il melograno da quegli elementi multipli che la tradizione ritiene forieri di fortuna.

Buon anno a tutti con le eccellenze dei produttori Terra Orti.

Il progetto “I Love Fruit and Veg from Europe per il Regno Unito”: al via le attività di valorizzazione con i giornalisti inglesi

Il programma triennale di informazione e di promozione denominato “European Fruit and Vegetables: Your Fresh and Sustainable Choice!” attivato dalle Organizzazioni Produttori A.O.A., Asso Fruit Italia, La Deliziosa, Meridia, con capofila Terra Orti destinato al Regno Unito è ufficialmente partito.

Tra le attività di valorizzazione previste, oltre la campagna di comunicazione digitale già in corso, c’è una importante programmazione di media e pubbliche relazioni, con interventi di influencer, blogger, giornalisti e operatori media.

Attraverso diversi mezzi integrati (televisione, stampa, social, testate digitali) gli operatori coinvolti racconteranno sia direttamente dai campi, sia attraverso gli incontri specifici nel Regno Unito, le eccellenze ortofrutticole nazionali e internazionali, con particolare riguardo ai nostri territori, dai quali nasce la proposta progettuale che ormai si rivolge a gran parte dei paesi europei.

Kerstin Rodgers, blogger e scrittrice londinese, è venuta nelle terre campane a visitare e narrare le eccellenze locali, partendo dall’agro-nocerino Sarnese dove ha incontrato i produttori della OP AOA partner di Terra Orti per questo e altri progetti.

Sulla Piana del Sele ha visitato alcuni tra gli associati di Terra Orti, produttori delle eccellenze del territorio, inebriandosi con le erbe aromatiche dell’azienda agricola Palma, scoprendo le diverse tipologie di pomodori dell’azienda agricola Cerro e con le melanzane e peperoni dell’azienda agricola Punzi.

Kerstin ha visitato la Bottega di Terra Orti dalla quale partono i prodotti freschi e la selezione di prodotti tipici campani scelti dai consumatori e i ristoratori della zona e non solo, verificando direttamente come vengono utilizzati grazie alla degustazione effettuata presso la Pizzeria del Corso.

Il giovane ristoratore Agostino Landi ha proposto infatti gli ortaggi freschi e i prodotti appena acquistati in bottega e preparati in diverse ricette, stupendo la giornalista londinese con i pomodori semi-acerbi abbinati alla mozzarella di bufala campana DOP in una tradizionale caprese.

Kestin racconta il suo breve viaggio nelle specialità campane nel suo MsMarmiteLover BLOG

Pronti a venire con noi nel Regno Unito ad inizio settembre 2022?

Saremo a Eataly London, parteciperemo alla fiera Speciality & Fine Food Fair London e il 6 settembre incontreremo altri giornalisti in un evento stampa dedicato al progetto “I love fruit&veg from Europe”.

FORMAZIONE DI UN ELENCO RISTRETTO (SHORT LIST) DI CONSULENTI ESTERNI INDIPENDENTI A SUPPORTO DI TERRA ORTI SOCIETA’ COOPERATIVA – SOGGETTO PROPONENTE CAPOFILA DEL RAGGRUPPAMENTO CON ASSOCIAZIONE ORTOFRUTTICOLTORI AGRO SCARL (A.O.A. SCARL), LA DELIZIOSA SOC. COOP. AGR, ASSO FRUIT ITALIA E PIGNATATOR SCARL – PER LA VALUTAZIONE DELLE PROPOSTE PRESENTATE A SEGUITO DELLA PUBBLICAZIONE DEL BANDO DI GARA MEDIANTE PROCEDURA COMPETITIVA APERTA PER LA SELEZIONE DELL’ORGANISMO DI ESECUZIONE DEL PROGRAMMA TRIENNALE DI INFORMAZIONE E PROMOZIONE DEI PRODOTTI AGRICOLI NEI PAESI TERZI DENOMINATO “EUROPEAN FRUIT AND VEGETABLES: YOUR FRESH ABD SUSTAINABLE CHOICE!” – ACRONIMO “EU FRESH CHOICE UK” – ID N. 101046151

10 gennaio 2022

 

FORMAZIONE DI UN ELENCO RISTRETTO (SHORT LIST) DI CONSULENTI ESTERNI INDIPENDENTI A SUPPORTO DI TERRA ORTI SOCIETA’ COOPERATIVA – SOGGETTO PROPONENTE CAPOFILA DEL RAGGRUPPAMENTO CON ASSOCIAZIONE ORTOFRUTTICOLTORI AGRO SCARL (A.O.A. SCARL), LA DELIZIOSA SOC. COOP. AGR, ASSO FRUIT ITALIA E PIGNATATOR SCARL –  PER LA VALUTAZIONE DELLE PROPOSTE PRESENTATE A SEGUITO DELLA PUBBLICAZIONE DEL BANDO DI GARA MEDIANTE PROCEDURA COMPETITIVA APERTA PER LA SELEZIONE DELL’ORGANISMO DI ESECUZIONE DEL PROGRAMMA TRIENNALE DI INFORMAZIONE E PROMOZIONE DEI PRODOTTI AGRICOLI NEI PAESI TERZI DENOMINATO “EUROPEAN FRUIT AND VEGETABLES: YOUR FRESH ABD SUSTAINABLE CHOICE!” – ACRONIMO “EU FRESH CHOICE UK” – ID N. 101046151

 

SHORT LIST

 

  • Barbagli Riccardo nato il 09/03/1991
  • Di Franco Luigi nato il 18/05/1983
  • Martinelli Alessio nato il 01/03/1945
  • Montanari Alessandro nato il 20/01/1974

ORTOFRUTTA, TRADIZIONI E MITI A CAPODANNO

La natura, nell’essere parte atavica e viscerale della vita dell’uomo fin dalla nascita del mondo, non solo è protagonista delle sue scelte alimentari, ha anche dettato e definito miti e tradizioni, accompagnandolo in ogni fase della sua esistenza.
A Capodanno, in ogni parte del mondo esistono riti propiziatori, dedicati ad attirare fortuna e prosperità. Particolarmente sentite, nel mondo occidentale, sono le tradizioni legate alla tavola, sia intesa come tradizioni gastronomiche, sia come decorazioni di buon auspicio.
L’uva, il melograno e le lenticchie sono in tal senso immancabili in ogni convivio che si rispetti, in quanto la fortuna non accetta distrazioni e omissioni rispetto alle usanze!
Proponiamo simpaticamente in breve le motivazioni più accreditate circa la valenza simbolica delle usanze legata a questi prodotti ortofrutticoli.

L’uva 

“Chi mangia l’uva a Capodanno, conta i quattrini tutto l’anno!”
Lo sai che l’usanza di mangiare dodici chicchi d’uva per propiziare ricchezza e prosperità per l’anno nuovo ha origini spagnole?
La tradizione vera vuole che i 12 chicchi, corrispondenti ai 12 mesi dell’anno, vengano consumati al rintocco della campana de “la puerta del sol” di Madrid.
L’usanza è ormai nota e diffusa in tutto il mondo; qualsiasi ne sia l’origine, è sicuramente da riportare alla sua simbologia benefica di fratellanza e unione evocate dai culti del Dio Bacco.

L’uva da tavola. Per i 12 chicchi corrispondenti ai mesi dell’anno e per decorare la tavola della notte di San Silvestro.

Il melograno

Ricchezza, fortuna, salute e lunga vita da propiziare a Capodanno con il melograno a tavola.
È considerato di buon auspicio da millenni, protagonista di miti, riti e iconografia sacra e profana, è il simbolo della fertilità e dell’abbondanza.
La Dea Hera dell’antica Paestum reca in mano il “granatum”, ai giorni nostri la Madonna del Granato benedice il mondo con uno scettro a forma di melograno, l’immagine del melograno è facile da trovare nelle abitazioni dei popoli mediterranei e non solo, per propiziare fortuna e amore. In effetti l’usanza di proporre il melograno sulla tavola di Capodanno è di origine greca.
Simbolo anche di passione per il colore rosso sangue, il melograno è protagonista di diverse opere letterarie.
È bello citare Federico Garcia Lorca e la sua Ode alla melagrana:
“O melagrana aperta, tu sei
una fiamma sopra l’albero,
sorella carnale di Venere,
riso dell’orto ventoso

Il melograno. Antichissimo simbolo mediterraneo di prosperità, fertilità e passione, è usato sulla tavola di Capodanno per ricette e decorazioni.

Le lenticchie

Rinvenute, insieme ad altri reperti, in alcune tombe dell’antico Egitto, le lenticchie sono testimonianza di quanto sia stretto il legame delle coltivazioni umane con questo legume, che nel corso dei millenni è arrivato fino a noi dove è molto apprezzato in ricette sia tradizionali sia innovative.

L’usanza delle lenticchie sulla tavola propiziatoria per il nuovo anno è tutta italiana. Sappiamo che chicchi, acini e grappoli  simboleggiano la moltitudine, evocano la ricchezza attraverso l’immagine dei quattrini, e accompagnano sentimenti di augurio di buona sorte. L’usanza di mangiare le lenticchie per ingraziarsi l’anno nuovo risale agli antichi romani che nel periodo delle festività donavano una scarsella per la notte di San Silvestro: la borsa di cuoio con una cintura veniva riempita di lenticchie crude, a simboleggiare le monete che le lenticchie per la loro forma ricordano.

Nella tradizione popolare le lenticchie sono dunque sinonimo di fortuna e prosperità. Non esiste tavola imbandita per celebrare il Capodanno che non proponga un piatto di lenticchie. Perché se ci sono le lenticchie ci si augura che arrivino anche tempi migliori!

Le lenticchie. Da sempre simbolo di prosperità e ricchezza per la forma che evoca le monetine, sono il cibo propiziatorio per eccellenza.

Che l’ortofrutta propiziatoria ci accompagni, e che sia un 2022 fortunato per tutti!

 

 

Al via la campagna del Granato di Paestum

È ottobre e il melograno è maturo nelle terre di Paestum, dove il pregiato ecotipo antico è arrivato con l’insediamento dei Greci.

A Paestum il granato è una icona simbolica locale, insita nella cultura millenaria locale sia sacra, sia profana. Nota in tutto il mondo è infatti la Dea Hera con in mano il melograno venerata a Poseidonia, e celebrata è tuttora la Madonna del Granato del Santuario di Paestum nata dal culto trasmutato nei secoli.

È nato oggi il marchio Granato di Paestum a supporto della valorizzazione e della promozione per i coltivatori della Piana del Sele che hanno a cuore l’antica coltivazione del Melograno.

La commercializzazione sempre più attiva di questo frutto risponde alla esigenza del mercato per una alimentazione sana e varia: il melograno è infatti una eccellente fonte di vitamina C e del gruppo B, di potassio e di notevoli quantità di polifenoli antiossidanti, noti per le proprietà di contrasto all’invecchiamento delle cellule.

Il melograno, frutto dunque conosciuto da millenni, si presta a innumerevoli utilizzi in cucina, tali da meritare sempre più grande attenzione e sensibilizzazione al consumo.

Le sue proprietà benefiche e gustose si possono sfruttare grazie alle bevande in purezza consigliate per la prevenzione dello stress ossidativo e del rischio cardiovascolare.

Il suo impiego in cucina, inoltre, è sempre più richiesto anche nell’alta gastronomia per la preparazione di raffinatezze gourmet.

Per ulteriori informazioni:

www.granatodipaestum.it

 

 

 

 

CONVOCAZIONE ASSEMBLEA DEI SOCI

A TUTTI I SOCI

Ai componenti del Collegio Sindacale

Al Direttore

OGGETTO: CONVOCAZIONE ASSEMBLEA SOCI

Presso la Sede sociale della OP Terra Orti, è convocata l’Assemblea ordinaria dei soci il giorno 13 settembre alle ore 10.00, in prima convocazione, ed occorrendo il giorno 14 settembre 2021 alle ore 18.00, in seconda convocazione, per discutere e deliberare sul seguente

ORDINE DEL GIORNO:

  • PO 2018-2022 modifiche in corso d’opera all’annualità 2021;
  • Varie ed eventuali.

Gli atti ed i documenti relativi agli argomenti posti in discussione sono disponibili presso la sede sociale.

Certi della Vs. presenza, vi lasciamo i nostri più cordiali saluti.

Eboli, 25/08/2021

Il Presidente del CdA

Dott. Alfonso Esposito

I sostegni economici della Regione Basilicata per chi coltiva il Peperone di Senise IGP: l’esempio da seguire.

“Si parla tanto di promozione dell’agroalimentare e dei prodotti tipici. Si parla, appunto.

Sono ormai talmente abituato a sentire chiacchiere vuote di realizzazioni su questo tema, che la delibera della “piccola” Basilicata mi ha lasciato davvero sorpreso e incredulo.

La Regione Basilicata fa quello che una Regione dovrebbe ordinariamente fare con quelli che considera dei “patrimoni” del proprio territorio: programma, delibera e stanzia fondi. Ha dimostrato di essere la Regione che lavora per la crescita collettiva, ben oltre le chiacchiere.

La Regione Basilicata ha stanziato seicentocinquantamila euro per un avviso a valere sulla coltivazione del peperone di Senise IGP nell’anno 2021.

A beneficiare dei fondi saranno le società o cooperative agricole e le imprese individuali iscritte alla sezione speciale “imprenditori agricoli” o i coltivatori diretti che producono o intendono produrre i “Peperoni di Senise IGP” freschi o trasformati nei seguenti comuni: Senise, Francavilla S.S., Chiaromonte, Valsinni, Colobraro, Tursi, Noepoli, S. Giorgio Lucano, Sant’Arcangelo, Roccanova, Montalbano Jonico e Craco.

La Regione Basilicata, con questa delibera, ha ricordato a tutte le altre regioni italiane come si fa ad incrementare le produzioni a marchio e il numero delle aziende agricole certificate: chi coltiva il prodotto tipico (in questo caso il peperone di Senise) riceve un sostegno economico regionale a fondo perduto (in questo caso variabile dai 15 ai 30mila euro).

Il ragionamento di estrema semplicità, chiarezza e concretezza – cosa rara di questi tempi per una amministrazione pubblica – è legato proprio agli eventi pandemici in corso: il Covid-19 e le conseguenti restrizioni hanno ridotto le superfici lucane coltivate a Peperone IGP, l’obiettivo del governo regionale è proprio quello di rilanciare questo ortaggio di nicchia ed evitare eventuali altre problematiche simili nel 2021. Sono stati quindi predisposti gli strumenti per la promozione dell’incremento di prodotto IGP certificato. La crescita produttiva è diventata in tal modo di facile attuazione, speriamo sia anche effettiva.

Auspico che le chiacchiere vuote finora ascoltate sulla valorizzazione delle tipicità locali, vengano sostituite da azioni concrete in tutte le Regioni italiane, e proprio sulla base del lungimirante caso lucano”

 

Emilio Ferrara

Direttore OP Terra Orti

 

 

Un’altra questione irrisolta per l’ortofrutta: le aliquote Iva per le erbe aromatiche

Tra le tante questioni relative al comparto ortofrutticolo lasciate da tempo irrisolte dalla politica italiana, c’è anche quella della moltitudine di aliquote Iva delle erbe aromatiche. La scarsa chiarezza che attualmente e da tempo vige, genera spesso dubbi ed imprecisioni nell’applicazione.

Per l’individuazione della corretta aliquota Iva da applicare alle erbe aromatiche non letteralmente menzionate dal legislatore fiscale, è necessario individuarne l’appartenenza da un punto di vista tecnico/merceologico così come indicato dalla Tariffa doganale o altrimenti rifarsi alle istanze di interpello che comunque normalmente rimandano alla TARIC.

Vediamo nel dettaglio:

  • Basilico, Salvia, Rosmarino freschi e origano destinati all’alimentazione sono le uniche erbe aromatiche letteralmente menzionate dal legislatore che, con la legge 122/2016, scontano l’iva agevolata al 5%. Per tutte le altre erbe è necessario rifarsi alla TARIC o a documenti dell’amministrazione finanziaria.
  • Prezzemolo, cerfoglio, estragone (dragoncello) crescione e maggiorana coltivata vengono individuate dalla TARIC alla Sezione 2 capitolo 07 tra gli “ortaggi” e, quindi, essendo gli ortaggi indicati al n. 5 Parte II Tabella A del DPR 633/72 le relative cessioni scontano l’aliquota del 4%;
  • Ruta, Lavanda, Melissa e Menta: per queste erbe aromatiche bisogna rifarsi alla Dichiarazione Direzione Regionale Entrate per la Liguria del 20.10.99 che testualmente “Essendo classificati come prodotti utilizzati principalmente in profumeria, medicina o nelle preparazioni di insetticidi, antiparassitari o simili vanno ricompresi nella Voce della TARIC Capitalo 7 – Voce 12.11 e non essendoci per queste voci l’inquadramento in alcuna fattispecie agevolata di cui alla Tabella A devono ritenersi soggetti all’aliquota del 22%;
  • Timo, Alloro e finocchio selvatico vengono inquadrate dalla TARIC rispettivamente nelle seguenti voci doganali 09.10, 09.10, 09.09 e alla Ris. Nr 50/E III-7-94808 del 23 marzo 1999 che le inquadra quali erbe che scontano l’aliquota iva del 10%;
  • Erba cipollina e dragoncello è ancora la Ris. Nr 50/E III-7-94808 del 23 marzo 1999 che chiarisce l’aliquota Iva da applicare di cui alla voce doganale 07.01 che è quella del 4% ;

Il problema si complica ulteriormente quando oggetto della transazione sono confezioni di aromi misti per le quali l’individuazione dell’aliquota Iva deve essere fatta “tenendo in considerazione la merce che conferisce all’insieme il carattere essenziale”, considerando “quantità, volume e valore”, con le difficoltà che ne conseguono e le innumerevoli interpretazioni rispetto alla composizione.

In conclusione, è certamente necessario armonizzare le aliquota IVA da applicare alle Erbe aromatiche per uso alimentare: la presenza di una pluralità di aliquote (4%, 5%, 10% e 22%) ingenera confusione e spesso un’errata applicazione della norma.

Bisognerebbe individuare un’unica aliquota iva agevolata da applicare a tutte le erbe aromatiche per uso alimentare che dovrebbe essere quella del 4% come tutti gli ortofrutticoli. In alternativa, potrebbe essere discussa e mediata una aliquota del 5%, comunque agevolata, ma che compenserebbe le perdite subite dal taglio dell’aliquota del 22% e del 10% con l’incremento del punto percentuale sui volumi, di gran lunga superiori, relativi alle erbe che scontano il 4%.

 

 

Emilio Ferrara

Direttore Società cooperativa Terra Orti

Olio extravergine di Oliva “Le 5 province”

L’olio di oliva, alimento dalle origini antiche, è il fulcro della tradizione gastronomica mediterranea ricercata in tutto il mondo.

Apprezzato e utilizzato per la cura di sé già dagli Egizi, l’olio fu considerato dai Greci panacea per la salute e la sacralità. Attraversando secoli di storie e culture, l’olio di oliva è diventato il riferimento della buona alimentazione, consigliato nella dieta quotidiana soprattutto per l’alto contenuto di antiossidanti e altri nutrienti preziosi per la salute.

L’olio extra vergine di oliva è stato disciplinato da specifica normativa europea (Regolamento CEE n. 2568/91 e successivi aggiornamenti) che ha fissato gli standard qualitativi di base che l’olio di oliva deve avere per poter essere commercializzato con la dicitura “Olio Extra Vergine”. Tale norma definisce che l’olio extra vergine debba essere ottenuto per estrazione meccanica, e l’acidità, ossia la concentrazione di acidi grassi liberi, non deve mai superare lo 0,8%.

La linea olio extra vergine di oliva “Le 5 province” di Terra Orti, nasce con l’obiettivo di raccontare, attraverso la tradizione olivicola di ogni provincia campana, il gusto e i profumi degli oli della Campania Felix nella sua interezza. Ogni singolo prodotto è un blend di olio extra vergine campano unito ad olio estratto da varietà olivicola tipica del territorio di riferimento, e porta il nome del Santo Patrono della provincia campana alla quale afferisce. Il culto del Patrono soprattutto al Sud Italia, reca infatti con sé tradizioni e simbologie delle specifiche comunità che il Santo rappresenta. Le ritualità e la biodiversità più significative dei territori hanno da sempre al centro la cucina, della quale l’olio di oliva è parte integrante come alimento tipico della ruralità mediterranea.

Di seguito, vi presentiamo ogni bottiglia che racconta ogni singola provincia campana e le sue caratteristiche uniche, per ogni dettaglio ulteriore vai nella sezione Tipico.

 

 

Come si produce il pregiato olio extra vergine di oliva campano? Ecco il video girato presso uno dei nostri agricoltori,  in questo caso sono gli uliveti delle colline salernitane a produrre frutti e abbondanza. La Campania è ricca ovunque di meravigliosi uliveti.

 

Il Decreto Ristori Bis e il “pasticcio“ sull’ortofrutta chiamato Art. 22.

Emilio Ferrara, Direttore della Organizzazione Produttori Terra Orti, esprime le sue perplessità sul Decreto Ristori Bis e sul relativo articolo 22: “è scritto male e potrebbe essere attuato peggio”.

La premessa.

Anno 2020: la pandemia ha determinato tempi duri a livello mondiale per ogni settore economico. Le misure per far fronte ai gravi disagi degli operatori sono state approntate ad ogni livello. In Italia con il Decreto Ristori si è contemplato ogni settore, anche quello agricolo, tranne il comparto ortofrutticolo. In realtà l’art.58-bis (Fondo per la promozione dei prodotti ortofrutticoli di quarta gamma) del Decreto Ristori, ha definito il prodotto di IV gamma, nell’ambito del settore Ortofrutta, unico destinatario di interventi di sostegno. Un provvedimento senza logica che di fatto, a fronte dell’inaccettabilità espressa, non è stato attuato. Nel recente Decreto Ristori Bis il governo italiano ha riprovato a immaginare sostegni al settore ortofrutticolo, creando di fatto confusione e ulteriori incongruenze.

Le considerazioni di Emilio Ferrara, Direttore di Terra Orti, Organizzazione Produttori con circa 200 associati.

  1. Cosa contempla precisamente il Decreto Ristori bis  per il settore ortofrutticolo?

Dopo l’errore del primo Decreto che di fatto ha escluso quasi del tutto l’ortofrutta dagli interventi di sostegno, adesso ci si riprova con il Decreto ristori bis (Decreto Legge 9 novembre 2020 n. 149) che con l’art. 22 sostituisce il famoso art. 58-bis e, come spesso accade, la cura è peggiore del male”.

“Intanto– prosegue Ferrara – nel grottesco tentativo di allargare la lista dei privilegiati se ne aggiunge un altro inventandolo di sana pianta (il prodotto “della cosiddetta prima gamma evoluta”), aprendo le porte alle più fantasiose interpretazioni su cosa sia appunto il prodotto di “cosiddetta prima gamma evoluta”. Per esempio un’anguria intera posta in un cassone insieme ad altre è prima gamma, posta invece singolarmente in una confezione dedicata magicamente si evolve e diventa di “cosiddetta prima gamma evoluta” e, pertanto, equiparata ad un’altra anguria che invece (a norma di legge 13 maggio 2011, n. 77) viene sottoposta a processi tecnologici atti a valorizzarla grazie alla selezione, cernita, monda e taglio, lavaggio, e confezionamento in buste o in vaschette sigillate, con eventuale utilizzo di atmosfera protettiva (IV gamma)”

“Inoltre il contributo è concesso alle Organizzazioni di Produttori (OP) riconosciute e ricordiamo che – tiene a specificare il Direttore Terra Orti -, sempre a norma di legge, NON esiste un riconoscimento per la IV gamma o prima gamma evoluta, ma per i Prodotti Ortofrutticoli (Lattughe, Pomodori, Pesche, etc.)”.

  1. Come si identificano i criteri per il ristoro?

 “ll nuovo art. 58-bis si chiama “Interventi per la gestione della crisi di mercato dei prodotti ortofrutticoli di quarta gamma e di prima gamma evoluta” ed infatti concede un contributo, nel limite di spesa di 20 milioni di euro, per la raccolta prima della maturazione o la mancata raccolta dei prodotti ortofrutticoli di quarta gamma e di prima gamma evoluta per periodo marzo – luglio 2020 e quantificando la conseguente differenza di fatturato rispetto allo stesso periodo del 2019.

  1. Qual è quindi il pasticcio?

“Oltre al fatto che ci vuole una certa fantasia per immaginare che una mela o un kiwi, quando ancora non sono maturi, cioè quando ancora sono sulla pianta e mancano mesi alla raccolta, già sono pronti per le vaschette di IV gamma, il problema più grande è che il Governo dimentica che il suo Ministro per le Politiche Agricole, nonostante le ripetute richieste da parte delle OP e delle Unioni di OP, NON ha voluto, nemmeno nel periodo nero del lockdown, autorizzare le OP ortofrutticole ad effettuare le operazioni di raccolta prima della maturazione o mancata raccolta con interramento del prodotto, e pertanto NESSUNA OP, che faccia prodotti di IV gamma, di prima gamma evoluta o di prima gamma “arretrata”, può accedere a tali fondi.”

Mancano di fatto ai produttori i requisiti che il Governo stesso ha impedito di attuare e che ora, con l’art.22 chiede di esibire per accedere ai ristori!

Nei prossimi 30 gg il MIPAAF, con apposito decreto, dovrà stabilire i criteri e le modalità di attuazione dell’articolo 58-bis.

  1. Qual è la soluzione possibile?

Emilio Ferrara auspica che si tenga conto di queste criticità per rendere possibile l’accesso al fondo di 20 milioni di euro.

“Innanzitutto il Mipaaf deve, forzando l’interpretazione del nuovo art. 58-bis, scegliere come criterio (tre operazioni di raccolta verde e mancata raccolta oppure calo del fatturato) l’unico praticabile e cioè il calo di fatturato, bisogna quindi eliminare ogni riferimento alle operazioni di raccolta prima della maturazione e di mancata raccolta dei prodotti ortofrutticoli. 

Bisogna poi individuare i Prodotti oggetti del provvedimento e pertanto destinatari dei contributi (cioè quelli che hanno avuto un crollo delle vendite, come tanto per fare un esempio le lattughe e le fragole) e, di conseguenza, individuare le OP riconosciute per quei prodotti e che possono essere beneficiarie dei contributi (ricordiamo che non esistono OP riconosciute per la IV gamma o la prima gamma evoluta ma solo per i prodotti)”.

“Ancora, dato che l’art.58-bis lascia giustamente intendere che il beneficiario finale non è tanto il soggetto che commercializza (OP) quanto il produttore ortofrutticolo, al fine di evitare sperequazioni tra questi ultimi bisogna definire i prodotti per quello che sono per davvero e cioè “destinati alla IV gamma e prima gamma evoluta.. La ragione è che, nella gran parte dei casi, non è il produttore agricolo che mette in atto i processi tecnologici di cui sopra ma altri soggetti (spesso industriali) e una più puntuale definizione dei prodotti può evitare che vengano penalizzati una parte dei produttori che aderiscono ad OP che poi vendono a chi confeziona o peggio ancora che il contributo arrivi a soggetti diversi da quelli della produzione primaria”.

“Ovviamente per il calcolo della differenza di fatturato bisogna prevedere che questo debba essere riferito alle tipologie di prodotto individuate che poi viene venduto come I e IV gamma e non a tutto il fatturato delle OP”.

  1. Dopo tutta la disamina tecnica, qual è la soluzione in sintesi?

Per risolvere il pasticcio, l’unico criterio per identificare l’accessibilità ai fondi stanziati per il settore Ortofrutta nell’ambito del decreto Ristori Bis, può essere il calo di fatturato considerando i periodi dell’anno di riferimento. La differenza del fatturato dovrebbe tener conto inoltre della compagine sociale delle OP, cioè valutare l’adesione o la dimissione dei produttori dall’OP. L’adesione ad una OP ha una durata di un anno, in quanto la differenza di fatturato potrebbe essere falsata dall’uscita o entrata di soci produttori. In sintesi, lo scostamento di fatturato andrebbe calcolato a parità di soci produttori.